Pifebo e le borse: il primo amore non si scorda mai

Quella con Pifebo è una storia iniziata tanto tempo fa. Ero al primissimo anno di università e mai come in quegli anni il mio look cambiava di giorno in giorno – già, ora mi sono data una calmata.
Compagne fedeli di quei primi esperimenti vestiari erano però le borse di Pifebo. Vederle la prima volta – nello store di San Lorenzo – fu quasi un colpo al cuore.

Per noi ragazze cresciute nella generazione del fast fashion quell’incontro con il passato aveva l’intensità dei colpi di fulmine. Così io e l’amica di fiducia ogni tanto partivamo per una ricognizione: tracolle, pochette, doctor bag. Tutte rigorosamente in pelle. Ed è sempre l’odore inconfondibile di quella pelle che dopo tutti questi anni ci portiamo ancora in giro per Roma e nei nostri viaggi. E poi, bisogna ammetterlo, quelle borse sono state il rimedio ai regali di compleanni last minute e a quelli di Natale su richiesta.

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Fino a quando il vintage è diventato una cosa seria. E allora non ci siamo più fermate solo alle borse. Orecchini, giacche di renna, Levi’s 501, gonne a vita alta. Insomma, oggi non ci facciamo mancare più nulla. Quelle borse, però, restano il primo amore. E a niente valgono tutte le volte che ci siamo dette – ora basta, ne abbiamo di tutti i tipi. Ogni volta che torniamo cadiamo vittime dello stesso incantesimo – eh, ma di questo colore non ce l’ho.

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Poi lo scorso anno, durante un giro nel mega negozio di Via dei Valeri, mi sono imbattuta nella tracolla del cuore – targata Ferré. Insieme abbiamo visto un sacco di tramonti, siamo andate al mare e in campagna, ci siamo riparate sotto al keeway sul motorino nelle giornate di pioggia più cattiva. Ma si sa, bisogna sempre guardare avanti. E per me il futuro ha le sfumature verdi di questa doctor bag.

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